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10-12-2003
il velo di Maia
Mi riesce difficile presentare la mia opera come se qualcuno la stesse aspettando, come se fosse la soluzione a qualcosa. Alla fine m’interessa di più il carattere riflessivo, maieutico dell’opera dipinta: la complessità del suo farsi. Nel raccogliere, gli elementi del progetto delle idee, è vivo in me l’interesse a stabilire un dialogo con l’arte e la filosofia dalla quale essa proviene.
“Il timbrismo del colore è sempre evidente. Colori accattivanti, che non si confondono, ma ognuno trasmette una nota reale”.Le figure sono sempre avvolte da raffiche di foglie, che rappresentano il velo di Maia di Schopenhaurer.Ognuno di noi, infatti, è avvolto da un velo che nasconde la vera essenza, la cosa in sé, che ci fa apparire diversi da quello che siamo in realtà. Squarciare questo velo artificioso, significa rendersi conto dell’essenza profonda del nostro io, o meglio, abbandonarsi a quell’impulso che ci spinge ad esistere e ad agire.

L’arte, non più effimera rappresentazione, delle grandi virtù e delle piccole miserie degli uomini, risulta, a mio avviso, catartica per essenza, in quanto noi, grazie ad essa, più che vivere contempliamo la vita, elevandoci al di sopra della volontà, del dolore e del tempo.

Ad ogni colore è affidato parte di questo messaggio: “Il rosso è centro vitale, infatti, le figure di donna, sono rosse perché creano l’inizio della vita. Il verde è la natura, luogo dove l’essere vivente si muove e realizza le proprie aspirazioni, svelando la sua razionalità ed il suo sentimento”.

Il blu rappresenta il mare, la linea che divide ma non separa, che facilita il collegamento tra culture diverse, la linea che crea il logos.Il mare rende orizzontale un sapere che era verticale, spinge la fissità della terra a confrontarsi con il moto incessante delle onde.
L’arte, non più effimera rappresentazione, delle grandi virtù e delle piccole miserie degli uomini, risulta, a mio avviso, catartica per essenza, in quanto noi, grazie ad essa, più che vivere contempliamo la vita, elevandoci al di sopra della volontà, del dolore e del tempo.
La filosofia e il mare interrompono l’autarchia delle terre, rendono la verità un fatto orizzontale, un affare che dipende dalla discussione degli uomini.

Il giallo, simile ad un raggio di sole, penetra le nubi della nostra esistenza, svelandone la realtà.Di fronte a tutto ciò risulta lo sforzo ed il piacere di creare.

Dipingere lasciando che la mano, come uno strumento astratto, raccolga sulla tela quello che l’occhio sta selezionando. C’è una segreta complicità tra il punto finale del raggio di questo sguardo e la punta del pennello sulla tela, complicità che nessuna macchina con la sua velocità, potrà mai eguagliare.

MASSIMO MELICCHIO









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