DI-SEGNI
E’ inutile rincorrere stilemi, la pittura è espressione della memoria,
della conoscenza, del vissuto.
Un linguaggio universalmente riconosciuto è il segno, come scrittura,
di-segno, colore, scultura, architettura…
Massimo nelle sue opere di-segna il colore per raccontare, per
decifrare
e scrutare l’intimo dei suoi personaggi.
Non so se Massimo sia mai stato in Africa non conosco il suo vissuto ma
certo dai suoi dipinti traspare una conoscenza particolare di atmosfere
africane e di quella solenne dignità di vita.
La sua tavolozza diventa una guida, ci porta con gli sguardi dei suoi
dipinti attraverso il fascino del tempo, dove le persone sono rimaste
attaccate alla loro identità, dove l’uomo ci riporta alle origini.
Il dialogo che Massimo crea con la sua pittura è quanto mai attuale,
avvicinare le conoscenze di due mondi apparentemente contrapposti ma
necessari e indispensabili alla continuità del nostro futuro.
I suoi colori sono delicatamente imbrigliati da un filo che li tesse in
drappi variopinti, come vento che accarezza le dune e ricama sulla
terra
onde e strati di tempo, come verdi abbaglianti che guardano miraggi
divisi da acque inghiottite dalla terra, come il giallo del sole che
colora di bruno la pelle.
L’atmosfera cromatica in alcune opere è interrotta dall’inserimento di
lettere di carattere tipografico, come affiancare due tipi di
scrittura,
quella araba e quella latina, evidentemente Massimo vuole in qualche
modo associare le due civiltà dove la scrittura ha una funzione
fondamentale così come il colore e attraverso la scrittura ci possiamo
raccontare nel tempo e aspettare che ci sia sempre un pittore come
Massimo che traduca le parole in colore.
E’ scontato dire che l’alfabeto pittorico di Massimo è il colore…
Il colore,nella vasta gamma della iridescenza, è il grande protagonista
di questa pittura, che scioglie un inno ai valori dell’equilibrio e
dell’armonia…il bello.
Giorgio Costantino
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